L’industria turistica ha colpevolmente dimenticato un fatto fondamentale: la sua intrinseca vulnerabilità, che è necessario imparare a gestire.
Una raccolta degli articoli scritti dallo staff di Vision.
L’industria turistica ha colpevolmente dimenticato un fatto fondamentale: la sua intrinseca vulnerabilità, che è necessario imparare a gestire.
Dobbiamo abituarci a considerarla ormai la prima guerra mondiale dell’era INTERNET. Un conflitto che si combatterà attraverso i terminali di un computer, oltre che nelle corsie degli ospedali.
È come se stessimo combattendo una terza guerra mondiale. Senza mezzi sufficienti e, soprattutto, senza conoscere un nemico silenzioso ed invisibile che, proprio per questo, è ancora più temibile di un esercito ostile.
“Se lo scientismo è qualcosa, esso è la fede dogmatica nella scienza. Ma questa fede cieca è estranea allo scienziato autentico. Tutti i grandi scienziati furono critici nei confronti della scienza”.
Ci voleva un nuovo misterioso agente patogeno, manifestatosi in quel Paese che era la “fabbrica del mondo”, per stabilire - in maniera definitiva - che una società super connessa è una società fragile.
Non è solo una rivoluzione industriale quella che stiamo vivendo. La mutazione innescata da Internet sta, infatti, producendo soprattutto un'enorme riallocazione di informazione e, dunque, di potere.
È paradossalmente il petrolio che ha segnato il destino del mondo arabo. Ed è, altrettanto paradossalmente, nell’inizio della fine della dipendenza dal greggio, la più robusta speranza di normalità per centinaia di milioni di arabi che, da settant’anni, tra Damasco e Tripoli, vivono di guerre senza fine.
Le conseguenze della fuoriuscita del Regno Unito dall’Europa potrebbero essere disastrose per gli altri membri.